Storie di donne 2020 - la premiazione

 

       

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«Storie di donne»: la premiazione

Rimandata in marzo a causa della pandemia di covid-19, si è tenuta nel pomeriggio di sabato 10 ottobre all’auditorium di Palazzo dei Panni la cerimonia di premiazione del concorso letterario «Storie di donne».

La premiazione si sarebbe dovuta tenere all’inizio di marzo, in pieno lockdown. Così, oltre ad annullare la cerimonia, la biblioteca civica «Bruno Emmert» (che organizza il concorso assieme all’assessorato alla cultura del Comune di Arco e in collaborazione con l’ospedale San Pancrazio del Gruppo Santo Stefano Riabilitazione) ha prorogato la consegna degli elaborati da febbraio ad agosto, aggiungendo la possibilità per le concorrenti di dedicare la propria creatività anche alla situazione di emergenza sanitaria, ammettendo per ognuna quattro opere anziché tre. Precisamente, ogni partecipante ha potuto concorrere con tre racconti se ha partecipato a solo una delle sezioni previste dal bando (sezione generale, che comprende anche il premio «Nuove generazioni», e sezione speciale, dedicata ai temi dipendenza dall’alcool e della medicina di genere); oppure con un massimo di quattro racconti se con almeno uno di questi ha concorso per entrambe le sezioni. In questo modo si è voluto permettere a tutte le donne che in quelle settimane erano costrette a casa dalle misure di contenimento, di raccontare di sé o di quanto avessero voluto esprimere, dedicando quel nuovo tempo sospeso alla creazione letteraria.

La premiazione -che per norme anti contagio si è svolta con un numero limitato di presenze ma che è stato possibile seguire anche in streaming, sulla pagina fb della biblioteca e youtube del Comune di Arco- è iniziata con gli interventi di saluto del direttore della biblioteca Alessandro Demartin, del consigliere comunale Flavio Tamburini e del dott. Stefano Parisi, referente dell’ospedale San Pancrazio, che collabora all’organizzazione del concorso.

La premiazione è avvenuta chiamando una ad una le concorrenti premiate; i racconti sono stati letti da Antonia Dalpiaz, giornalista, autrice e critica teatrale e scrittrice, con intermezzi musicali a cura della Scuola musicale Alto Garda, interpretati dalla prof.ssa Sabrina Modena e dal prof. Roberto Garniga.

La sezione generale è stata vinta da Adriana Tasin (Madonna di Campiglio) con il racconto «La sfida», con la seguente motivazione «L’autrice riesce, con uno stile elegante ed estremamente gradevole, servendosi altresì di descrizioni mai banali, a tenere e appassionare il lettore incollato al testo fino all’ultimo rigo. I protagonisti del racconto, al cui centro c’è una curiosa e originale sfida in un piccolo centro cittadino, sono ottimamente caratterizzati e l’atmosfera che si respira è quasi cinematografica. Una sceneggiatura piuttosto lineare ma non per questo scontata. Nella sua semplicità rappresenta un piccolo gioiello».

Seconda classificata Eva Serena Pavan (Verona) con «Graffi», che secondo la giuria «si presenta come un racconto autobiografico, in grado di permettere alla lettrice o al lettore di far breccia nel mondo complesso e poco indagato dell’autolesionismo. La descrizione inizia in tono lieve e leggiadro, quasi una semplice osservazione di una tenera gattina… In modo quasi impercettibile e grande maestria la narratrice riesce però a far passare il filo del racconto da un punto di osservazione esterno a uno interno, usando come geniale punto di passaggio l’elemento del graffio, da subìto ad autoprodotto. Il graffio che diviene forma silente di difesa dal mondo e dai suoi meccanismi. Vivide ed estremamente efficaci le descrizioni di alcuni particolari di questo dolore, come le gocce di sangue, che sembrano imprimersi negli occhi del lettore all’atto meccanico della lettura».

Terza classificata Nerina Poggese (Verro Veronese) con «Ascoltami», di cui la giuria ha scritto: «Un’adolescenza diversa, vissuta accanto ad una sorella affetta da autismo e che sembra monopolizzare l’affetto del padre. A 15 anni non è facile accettare che il proprio genitore dedichi i suoi post solo alla sorella più sfortunata e così la protagonista decide di affidarsi alla scrittura per esprimere quello che non ha il coraggio di dire e chiede di essere finalmente letta, abbracciata, ascoltata con tutte le sue fragilità, ma anche con la sua bellezza! Attraverso un appello accorato, punteggiato da molti esempi concreti, l’autrice riesce a far identificare i lettori con la realtà di una ragazza combattuta fra il senso del dovere e la necessità di sviluppare in autonomia la propria identità di donna».

La giuria ha anche segnalato come meritevole di menzione il racconto di Maria Teresa Landi (Oiano di Mommio, Lucca) «Genny», «Uno spaccato di storia atroce e drammatico -è la motivazione- analizzato e riproposto in poche righe, estremamente dense e curate. Notevole la capacità di descrivere con fotogrammi incalzanti e ricerca lessicale la scena eroica di una madre, lontana sicuramente dal fronte eppure così partecipe alla Guerra ed ai rastrellamenti nazi-fascisti. La lettura del breve testo è apparsa quasi come link virtuale e moderno, una possibilità di approfondimento a testi del calibro di “Alle fronde dei salici”, ma in chiave assolutamente femminile, ovvero connaturata da un immenso gesto d’amore».

La sezione «Nuove generazioni» è stata vinta da Laura Moro Martin (Tenno) con il racconto «Testa o croce»: «Una monetina capace di incidere sul nostro destino. In “Testa o croce” l’autrice pone al centro la spensieratezza di un viaggio con amici, la cui meta è determinata proprio dal lancio di una monetina. Il racconto -che se fosse un film sarebbe un perfetto road movie- brilla, in particolare, per la minuziosa e brillante descrizione del paesaggio, più efficace di qualsiasi fotografia».

Per quanto riguarda la sezione speciale «Premio San Pancrazio», sono stati premiati due racconto sul tema «No alcol», uno sul tema «Gioco d’azzardo» e uno sul tema «Medicina di genere».

Per il tema «No alcol» ha vinto Simona Rancati (Brugherio, MB) con il racconto «No alcol», la cui motivazione è la seguente: «Il ritmo è serrato, in alcuni tratti denso, quasi soffocante. Con una successione di fotogrammi trasmessi in chiave poetica, l’autrice descrive efficacemente i passaggi verso una rinascita. Si percepisce chiaramente l’angoscia di chi ha vissuto stati emotivi ad alto volume purtroppo di segno negativo. Prendersi cura di se diviene un imperativo intrigante, per quanto se ne colga la fatica e la complessità. Il “Mostro” sembra ai ferri corti».

Seconda classificata Michela Rigotti (San Michele all’Adige) con «Il potere dei sogni», con la seguente motivazione: «Nella narrazione di un sogno inquietante si offrono al lettore ingredienti preziosi propri di contesti alcol correlati, fra relazioni deteriori e percezioni alterate di sé e del mondo. L’introspezione onirica va dritta al punto e sbuffa vento di realtà alla coscienza, altrimenti sedata dall’alcol. Con scrittura efficace l’autrice ci accompagna ad assistere a visuali inedite che sollecitano il ricorso all’aiuto degli altri suggerendo un valido strumento, quello dei gruppi di auto mutuo aiuto».

Per il tema «Gioco d’azzardo» il premio è andato a Roberta Cadorin (Udine) per il racconto «Tyson», di cui la giuria scrive: «I conti non tornano, come sempre in questi casi. Nel racconto ci si addentra nel vissuto della giocatrice, protagonista di una realtà drammatica. La sospensione e il patos si accendono poiché, di mezzo, si mettono vite e affetti a rischio. In chiave di intervista l’autrice rende bene l’idea di un pensiero distorto, pilotato dall’inganno del gioco d’azzardo. La scrittura fresca e fluida favorisce il coinvolgimento fin da subito. Il lieto fine si graffia di realistica complessità».

Due i racconti segnalati: «Di troppo amore», ancora di Roberta Cadorin (Udine), con la seguente motivazione: «Alla portata di tutti, semplice e chiaro, netta narrazione di una vicenda amorosa insostenibile. Il racconto riporta la cronaca di una passione grande e avvolgente da lasciare senza fiato. Ben descritto anche il combattimento interno fra più sfaccettature di se. Il ricorso alla cura è inevitabile per quanto comporti rinunce radicali. La tematica trattata solleva, con la giusta cautela, grande interesse e chiama alla riflessione e approfondimento».

Seconda segnalazione per «La malattia della solitudine» di Laura Perini e Arianna Lattisi (entrambe di Arco), racconto che «rimbalza fra due vite che corrono in parallelo durante la fase più acuta della pandemia che sta segnando la storia dell’umanità e che sta cambiando la nostra percezione del mondo e il normale fluire della vita stessa. Due donne riportano, come in un diario, le loro impressioni rispetto al susseguirsi dei fatti drammatici di quei giorni. L’approccio delle due è decisamente contrapposto, l’esito, drammaticamente coincidente. La scelta stilistica minimalista fa impattare il lettore contro vicende di vita particolarmente realistiche, nelle quali, isolamento e solitudine risaltano come amarissimo effetto collaterale».

Per il tema «Medicina di genere» a vincere è stata Arianna Lattisi (Arco) con «Guancialgia»: «Medicina scienza esatta? -scrive la giuria- Il brano è scritto in chiave ironica per quanto il tema trattato sia di assoluta importanza e serietà. L’autrice ricostruisce la scena in modo avvincente sortendo l’effetto dello scorrere fluido di un film ben diretto e interpretato. L’intensità emotiva riprodotta nei personaggi ci riporta a considerare e riflettere sul tema della medicina contemporanea, sul rapporto medico paziente e sull’esigenza sempre più stringente di calibrare l’intervento sulla persona, senza trascurare nulla, tanto meno le peculiarità di genere».

La classifica

Sezione generale
1. «La sfida», Adriana Tasin (Madonna di Campiglio)
2. «Graffi», Eva Serena Pavan (Verona)
3 «Ascoltami», Nerina Poggese (Verro Veronese)
Segnalato: «Genny», Maria Teresa Landi (Oiano di Mommio, Lucca)

Sezione «Nuove generazioni»
1. «Testa o croce», Laura Moro Martin (Tenno)

Sezione speciale «Premio San Pancrazio»

«No alcol»
1. «No alcol», Simona Rancati (Brugherio)
2 «Il potere dei sogni», Michela Rigotti (San Michele all'Adige)

«Gioco d’azzardo»
1. «Tayson», Roberta Cadorin (Udine)

Segnalati:
«Di troppo amore», Roberta Cadorin (Udine)
«La malattia della solitudine», Laura Perini e Arianna Lattisi (Arco)

«Malattia di genere»
1. «Guancialgia», Arianna Lattisi (Arco)

Foto: in alto le vincitrici della sezione generale, qui sopra quelle della sezione speciale

 

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